Riflessione di Mons. Giorgio Nencini

Montepescali 350, 24 ottobre 2009

Al rispetto dovuto alla natura ci richiamano i fenomeni del degrado ambientale, le calamità naturali perché dobbiamo recuperare e valorizzare , nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente e con il creato.
La nuova sensibilità che si sta sviluppando intorno a questo tema e preoccupa tutta l’opinione pubblica che si sente responsabile, ci richiama oggi qui in Montepescali ma che si esprime anche in molteplici iniziative, oltre 4.000 di incontri come il nostro a livello internazionale.
E’ doveroso ricordarci che la terra in cui viviamo è dono prezioso del Creatore, il quale ha disegnato in essa delle logiche che la devono regolare, dandoci così i segnali indicativi a cui attenerci, come buoni amministratori per salvaguardarla..
Da questa consapevolezza parte la Chiesa che considera e difende le questioni legate all’ambiente e connesse al tema dello sviluppo umano integrale.
A queste questioni , infatti, ha fatto più volte riferimento il Papa Benedetto nella sua ultima Enciclica “Caritas in Veritate”, richiamando “l’urgente necessita morale di una rinnovata solidarietà” (n° 49) tra i Paesi e tra i singoli uomini perché l’ambiente naturale è dato da Dio per tutti e il suo uso comporta seria responsabilità verso l’intera umanità e le future generazioni (n°48)
Dei beni della terra dobbiamo essere difensori e questo S. Francesco, nella sua semplicità, lo aveva capito bene tanto da farne un’alta virtù e cantarla nel celeberrimo Cantico delle Creature.
I Vescovi ultimamente ci hanno richiamato alla conversione e a non guardare solo il nostro orto di casa ma avere uno sguardo universale e lavorare insieme, facendo ciascuno la propria parte, per il bene del prossimo e del futuro del mondo.
Molte persone, sensibili a questo vitale tema, stanno rispondendo come possono e come facciamo noi con varie iniziative tese a risvegliare la volontà del mondo e dei suoi governanti perché si prendano a cuore le sorti del mondo stesso e dell’umanità intera per gli anni avvenire.
Ma occorre cominciare da oggi con una revisione del nostro modo di vivere e ristabilire dei comportamenti che scelgano non il proprio interesse ma il bene del creato.
Noi che siamo qui, in modo più o meno convinto, avvertiamo la comune responsabilità per il Creato, dono di Dio, ma la chiesa tutta è impegnata e promuove la difesa della terra, dell’acqua, dell’aria, donate dal Creatore a tutti gli esseri viventi.
Dio ha dotato l’uomo di intelligenza, che unita all’impegno del proprio lavoro e con l’aiuto della natura, deve essere in grado di consegnare alle generazione future, che sono poi quelle dei nostri figli e nipoti, una terra accogliente, coltivabile dove poter abitare dignitosamente. (cfr Caritas in Veritate n° 50)
Insieme possiamo insomma, con un po’ di sforzo e di rinuncia, costruire uno sviluppo umano integrale a beneficio dell’umanità presente e futura, uno sviluppo, come ci suggerisce il Papa, ispirato ai valori della carità e della verità. Per questo è indispensabile cambiare mentalità, cioè convertirsi e assumere maggiore responsabilità nei confronti del creato che sta soffrendo per colpa degli uomini che lo abitano.
Facciamo allora nostre le parole di San Francesco nel Cantico delle Creature per poter ritornare a vivere e vivere bene, come Dio vuole.
Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione…. Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature….

Mons. Giorgio Nencini (parroco di Montepescali)

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